Un paio di giorni a Verona con Raingirl comunicano già a chi mi conosce bene che l'arte e la cultura non erano il solo motivo del viaggio ed infatti, sottocutaneo-sottoculturale ed insidioso secondo fine è stato ovviamente il cibo.
Certo, casualmente ero incappato in qualche sito di ristorantini veronesi, i cui "nominativi" erano finiti altrettanto casualmente sulla mia agenda.
Del resto, si sa, io sono un morigerato ed integerrimo uomo di cultura, amante dello spartano gusto temprante delle sfacchinate sotto il sole cocente, che bruciano ogni ultima difesa del pigro istinto umano.
Certo che una capatina in una bella osteria però....così, non che ci abbia pensato prima, mi è capitata lì davanti, in corso Cavour 39c, indirizzo che i miei piani itineranti non prevedevano ASSOLUTAMENTE di incrociare
In ogni caso, eccoci lì davanti, il mezzogiorno è suonato ed un profumo caratteristico esce dalla porticina in legno, davanti alla quale troneggia un'enorme botte ed un menù in carta molto raffinata, che però rivela prezzi modesti, indice del fatto che ci troviamo davanti ad un locale tipico, come del resto avevo letto su internet.
L'ambiente interno sembra quasi quello di un'enoteca (ed ineffetti la carta dei vini sembra ampia), elegante ma informale, con tavolini in legno ben separati, apparecchiati con tovagliette di carta, la stessa carta di cui sono fatti i menù, che ci vengono portati subito da una gentilissima cameriera.
I piatti sono tanti (tutti rigorosamente caratteristici) e ci prendiamo un minuto per decidere, mentre sgranocchiamo qualche grissino e dei meravigliosi taralli.
Alla fine, non senza cambi di decisione dettati dalla curiosità di provare vari piatti, la nostra scelta è fatta.
Per Raingirl, i classici gnocchi sbatuì, ovvero dei fantastici gnocchi, delicatissimi, serviti caldi con una deliziosa crema di puina fumà (ricotta affumicata) ed un pò di grana ad imbiancare il tutto.
Io invece prendo gli squisiti bigoli con pastissada di cavallo, che consistono in un abbondante, ma non eccessivo, piatto di pasta cotta perfettamente al dente, immersa in un saporitissimo sughetto di carne morbidissima.
Ben paghi della nostra scelta, passiamo al secondo, che ci dividiamo con gioia.
Un meraviglioso piatto di sfilacci di cavallo, adagiati su un letto di rucola, che condiamo con olio extravergine di oliva.
Nonostante una pecca sull'aceto (assolutamente non balsamico, come recitava la confezione), il piatto è riuscitissimo, ed i minuscoli sfilaccetti di carne secca, gustosissima e raffinata, si sposano perfettamente con il verde leggermente amarognolo della rucola.
Saltiamo il dolce (optiamo per un bel gelato in centro) e passiamo direttamente al conto, onestissimo, di 33 euro compresi di coperto e due bottiglie d'acqua da un litro.
Siamo rimasti soddisfattissimi anche del servizio, molto gentile, presente, ma non insistente.
I tempi di attesa sono medio/alti, ma posso affermare in tutta sicurezza che ne vale veramente la pena.
Consigliatissimo a chi si trova in giro per Verona, splendida città che ci ha regalato anche un concerto bellissimo al teatro filarmonico, dove, sotto la magistrale direzione di Claudio Scimone, abbiamo assistito all'interpretazione dell'orchestra veronese dello "Stabat Mater" di Giuseppe Verdi e del "Requiem in do minore" di Luigi Cherubini.
Sarebbero quattro cappelli e mezzo, ma il quinto lo do per la fiducia, sapendo che gli altri piatti del menù un giorno incontreranno di nuovo il mio palato .
Imperdibile!!!
[barbe]
07/04/2010
Hai provato anche gli gnocchi con l'uvetta?