Beh? Qualcuno aveva dei dubbi?
Crisi libica... e... subito il falchèto parte (in gita scolastica, organizzata peraltro alcuni mesi or sono) per la Sicilia, tra Palermo, Trapani ed Agrigento.
Ora Gheddafi dovrà stare moooolto attento e anche Sarkozy non potrà più fare tanto il galletto.
Me la vedo già, all’aeroporto, dirigere il traffico, questo parte, quello no, fermo tu, avanti quello di sinistra. Come fece nell’85, in un incrocio diventato per noi famoso, tra Gaeta e Caserta, dove con la roulotte eravamo rimasti bloccati in una coda chilometrica di durata infinita (l’abbiamo ritrovata uguale nel ’96, sempre con l’organizzazione di tavolinetti di oggettistica in vendita a bordo strada, comprese baldracche sedute sopra, in carne ed ossa): la Marta bloccò il traffico, fece passare prima questo, poi quello, movimenti delle braccia nell’aria, come un vigile, e stette lì in mezzo all’incrocio finchè non riuscimmo a passare anche noi...
Dunque, come tradizione, in assenza di mia moglie mi porto fuori la Eli a mangiare e scelgo questo locale, ad un centinaio di metri da casa sua, in pieno centro storico, attaccato a Piazza Erbe, Scala della Ragione e Arche Scaligere.
La Colonna è conosciuta a Verona come la trattoria specializzata nella cotoletta impanata ed io, semestralmente circa, sono assalito dal desiderio di cotoletta.
La “piccola” è un rettangolo da 25 cm. per 20. Non dico com’è la “media” (anzi lo dico: enorme), poi ci sarebbe anche la “grande”, portata ai tavoli in un piatto di ceramica ovoidale, di dimensioni ciclopiche, quello dei cinghiali di Obelix.
Il locale è bello, sono tre sale, una più grande all’ingresso, due più piccole defilate, per un centinaio di coperti circa. Il soffitto è a volti e tutti i muri sono spatolati in encausto verde maculato, ogni tanto con una vecchia pietra in vista. Su tutte le pareti foto e manifesti del Verona calcio e dei miei idoli di gioventù... Mascetti, Zigoni... e poi quelli dello scudetto...
I servizi sono puliti. Andandoci, ho dato un’occhiata alla cucina, pulita anch’essa, con due maschietti cuochi, uno indiano e l’altro autoctono; come ho già detto in passato, in cucina preferirei vedere sempre femmine, meglio se tracagnotte, dai sessanta ai settanta. Pazienza.
Da bere due mezze minerali Alisea, una liscia e una gasata, e un calice di Regolo, Valpolicella Superiore Ripasso DOC, della cantina Sartori, quattro km. da casa mia: bel profumo, intenso, secco al palato con lontani effluvi di ciliegia, molto buono, 13 gradi abbondanti stimati.
“Perché nello Yemen e nel Bahrain l'ONU non ha deciso alcun intervento?...E sì che i dittatorini e le stragi ci sono anche là...”
“L’errore, forse, non è tanto intervenire assieme alle altre nazioni per fermare la repressione di Gheddafi... si può assistere all'uccisione di civili senza far niente? L’errore semmai è aver fatto affari con lui in questi decenni, avergli riservato ultimamente un trattamento da signore, qual non sembra essere...”
“... E adesso voltar gabbana... tipico dell’Italia nella storia dei suoi 150 anni...”
“Noi siamo sempre i più fighi, perché riconosciamo in tempo i nostri errori... o le nostre convenienze...“
Cìcola che te ciàcola, arrivano le due cotolette (di maiale) “piccole” (si fa per dire, erano immense), una della due coperta di dadini di pomodoro e rucola e ce la dividiamo, l’altra senza orpelli e ci dividiamo pure quella.
Poi un piattazzo di patatine fritte (ci abbiamo mangiato in due, più io che l'Elisa) e una coppetta di maionese fatta in casa, molto buona.
Alla faccia del colesterolo.
“Eh... la guerra fa schifo... però... se non ci fossero stati i partigiani, come saremmo messi adesso?”
“Eh... infatti, guarda come siamo messi...”
“Ma allora era peggio...”
“Ma le teste non si cambiano a colpi di fucile e di bombe...”
“Il mio vecchio parroco aveva fatto il partigiano, ... per lui era ancora meno facile, eppure... “
La cotoletta era buona e tenera, cotta bene, ma, a voler essere più precisi, non raggiungeva il livello di quella che ho mangiato alla Cervetta o di quella che ho mangiato sopra le mie colline al Belvedere (dal nono e dala nona...), parecchio più sottile di queste ultime, con impanatura più inspessita.
Le patatine fritte erano buone anche quelle, ma di taglio industriale, fuori dallo stadio si mangiano uguali.
Ci siamo ingozzati come due anatroccoli. Una mappazzata nello stomaco. Non ci stava altro.
Servizio veloce e cortese di un altro indiano e di un nordafricano con decisa cadenza veneta.
Conto da 16 euro a testa, non caro per essere in centrissimo a Verona.
Consigliarlo? Non saprei... dipende da cosa piace. Comunque, nell’incertezza del giudizio finale, opto per tre, in una scala da zero a cinque.
Nonostante la passeggiatina che sono riuscito a fare con mia figlia per le strade di Verona, anche per aiutare la digestione... poi, di notte... mi sono sognato di Gheddafi in costume da odalisca, con la coroncina d'oro in testa, che danzava avanti e indietro, e io cercavo di brincarlo o, come talvolta accade nel ricordare i sogni, forse era lui che cercava di brincare me... e sudavo... sudavo...
Consigliato!
[golosona]
23/03/2011