Venerdì sera “trasferta” in quel di Bologna: ci dirigiamo alla Osteria dell’Orsa, in pieno centro storico – zona universitaria.
Il locale ha l’aspetto di una vecchia trattoria: due piani, con tavoloni e panche in legno, apparecchiati con tovaglietta di carta. Si tratta del locale adatto per una sera in cui si ha voglia di fare baracca; l’atmosfera è molto “easy” e abbastanza chiassoso.
Arriviamo verso le 21.45 e nel giro di un quarto d’ora (il locale non accetta prenotazioni, ma, appena si arriva, ci si mette in “lista” e, quando si libera un posto, il cameriere chiama) ci fanno sedere in un tavolone con altri ragazzi al piano seminterrato.
Data l’ora piuttosto tarda e la estrema fame, ordiniamo:
Io:
una crescentina (il "modenese" gnocco fritto);
tagliatelle al ragù,
cotoletta con patatine fritte.
Gli altri ordinano:
1) tortellini in brodo e cotoletta con patate fritte;
2) tagliata con insalata.
Da bere, oltre a due bottiglie d’ acqua, abbiamo preso una bottiglia di lambrusco “Gallo Ruspo”, per me eccellente. E’ un lambrusco che ho conosciuto soltanto in questo locale (nel Modenese non ho mai trovato questa etichetta), dal colore rosso intenso e dal marcato aroma di frutta, meno frizzante del Sorbara ma più aromatico, e con una densa e persistente schiuma (se non fosse che eravamo alquanto distanti dalla macchina, a fine serata ne avrei preso sei bottiglie da portare a casa...) .
Arriva la “crescentina”: un rettangolo ben dorato di pasta piuttosto alta e morbida; rispetto al “nostro” gnocco fritto, l’impasto è più “spugnoso”, ma la frittura era ottima e non risultava per nulla unta.
Le tagliatelle sono la loro specialità: da giù di testa. Si presentano come striscioline più strette rispetto alle solite tagliatelle, di pasta più spessa e piacevolmente ruvida: si capisce perfettamente che sono realizzate artigianalmente. La cottura è rigorosamente al dente; il ragù (naturalmente) alla bolognese è ottimo, non troppo unto, con la giusta quantità di pomodoro, che non copre il sapore della carne. La porzione è molto generosa.
Ho assaggiato un tortellino ed era altrettanto ottimo: sfoglia artigianale e ruvida di un bel colore giallo acceso, brodo da giù di testa: rigorosamente di cappone, con i doverosi (ma non eccessivi) “occhi” di grasso. La prossima volta opterò per i tortellini.
Infine, arriva la cotoletta, altrettanto ottima, con una perfetta panatura, non “invadente”, che non copriva il sapore della carne (di maiale). La frittura era perfetta: la cotoletta era dorata, ma per nulla unta. Anche le patate erano altrettanto ottime: frittura perfetta, dorate, croccanti e per nulla unte, condite con l’aglione nella giusta quantità, da non risultare eccessivo.
Per concludere, due limoncelli e un caffè, gentilmente offerti.
Dopo un po’ di chiacchiere, andiamo alla cassa e ci presentano il conto: 69 euro arrotondati a 66 Euro, quindi 22 Euro a testa, veramente onesto e concorrenziale, per la quantità (e, soprattutto, qualità) del cibo.
Il locale per me merita cinque stra-meritatissimi cappelli; lo consiglio a chiunque voglia immergersi una sera nella “movida” di Bologna.
Imperdibile!!!
[PIPPI]
02/02/2015